Lo sai che, quando si tratta di unghie, anche il prodotto più piccolo può fare una grande differenza? Spesso diamo per scontata la preparazione della lamina ungueale e ci concentriamo su smalti, gel e decorazioni, dimenticandoci che proprio la base è essenziale per evitare sollevamenti. Tra i prodotti chiave c’è sicuramente il primer, quel piccolo grande alleato che favorisce l’adesione di gel, semipermanenti e affini. Ma qual è la differenza tra primer acido e primer non acido? E poi, ha senso usarli entrambi? Cerchiamo di fare chiarezza in modo semplice, ma approfondito.
Partiamo dalle basi: a cosa serve il primer?
Iniziamo con una domanda che si fanno in tante: “Perché usare un primer?” In poche parole, il primer è un “promotore di adesione.” Una volta applicato sulla lamina ungueale, crea le condizioni ideali per far sì che i prodotti successivi – come gel, acrilico o semipermanente – aderiscano correttamente all’unghia. Così, si riduce il rischio di sollevamenti e distacchi, sempre che il lavoro complessivo sia eseguito in modo corretto.
Alcune persone si chiedono: “Ma se faccio un buon lavoro di limatura e pulizia, posso saltare il primer?” In teoria potresti, ma poi dovresti fare i conti con la probabilità più elevata di scollamenti e difetti. Il primer non è un passaggio facoltativo, bensì una parte essenziale di quel puzzle che compone la ricostruzione o l’applicazione di un prodotto semipermanente.
Preparazione della lamina: il primo passo per unghie perfette
Prima ancora di discutere sul primer acido o non acido, bisogna sottolineare che la preparazione dell’unghia rappresenta la base di tutto. Se la superficie non è adeguatamente lavorata, puoi anche avere il primer più costoso e performante sul mercato, ma i sollevamenti saranno sempre in agguato.
Come si prepara la lamina ungueale?
- Utilizza una lima 180 e lavora con movimenti circolari da destra a sinistra (sempre nella stessa direzione). Così facendo, “alzi” le lamelle dell’unghia in modo uniforme, creando una base rugosa ma ben organizzata.
- Rimuovi eventuali residui di polvere e controlla che la limatura sia omogenea. A volte, basta una disattenzione per lasciare aree non ben lavorate.
- Pulisci la lamina con un apposito spazzolino o con un pad imbevuto di un cleaner delicato.
Il ruolo del deidratante (nail prep): perché serve davvero
Una volta completata la fase di limatura, ecco che entra in gioco il deidratante (chiamato anche nail prep). Di solito lo si applica a pennello o a gocce, e si lascia asciugare all’aria per pochi secondi. Il suo scopo è ridurre la quantità di acqua presente nella lamina, sgrassare e rendere più pulita la superficie. Pensaci: l’unghia contiene, in media, un 16-18% di acqua. In alcuni casi (persone con unghie particolarmente “molli” o soggette a sudorazione elevata), questa percentuale può essere più alta. E se la lamina è troppo umida, i prodotti successivi tendono a “staccarsi” prima.
Oltre alla disidratazione, il nail prep ha anche la funzione di pulizia. Elimina tracce di unto, residui e impurità, preparando il terreno per l’adesione chimica o meccanica del primer. In sostanza, è una sorta di “starter” che collabora con il primer per garantire la massima tenuta del gel.
Primer acido: come funziona e quando si usa
Arriviamo al primer acido, quello che – per intenderci – contiene acido metacrilico. È stato tra i primi a comparire sul mercato delle unghie ed è rimasto abbastanza simile alla sua formulazione originaria. Di solito, lo si riconosce subito dall’odore molto pungente e dalla dicitura “acid primer” o simili.
Meccanismo di adesione meccanica
Il primer acido agisce in modo meccanico: grazie all’acido, si vanno a creare dei minuscoli “solchetti” sulla superficie dell’unghia. Questi microcanali rendono la lamina più porosa, favorendo l’aggancio del gel o dell’acrilico. In pratica, si stabilisce una rete di incastri che assicura una forte tenuta.
Quando è consigliato?
- Se lavoriamo su unghie grasse o su persone con iperidrosi (sudorazione eccessiva), il primer acido può dare una marcia in più, perché la formazione dei microcanali aiuta a contrastare la tendenza all’ipersudorazione.
- È anche un buon alleato quando ci troviamo di fronte a clienti che lamentano sollevamenti continui nonostante tutte le accortezze.
Attenzione alla sicurezza
Il primer acido va applicato con estrema cautela. Evita di toccare la pelle circostante e, se per sbaglio succede, rimuovilo subito con un pad pulito e un po’ di liquido apposito. Potrebbe causare bruciore e, a volte, danni permanenti se entra costantemente in contatto con la cute. Infatti, l’acido metacrilico è piuttosto aggressivo e, per questo motivo, alcune onicotecniche scelgono di usarlo soltanto in casi estremi.
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Primer non acido (o acid free): perché piace (quasi) a tutte
Il primer non acido, conosciuto anche come acid free, bonder o binder, funziona in modo diverso. Spesso si dice che il suo meccanismo sia chimico, e non meccanico come nel caso del primer acido. In effetti, il primer non acido rilascia sulla lamina una sorta di pellicola adesiva, un film che farà da ponte tra l’unghia e il gel.
Perché sceglierlo?
- Ha una formula più delicata, quindi è ottimo per unghie normali o secche, sottili o particolarmente sensibili.
- Pur contenendo una piccolissima parte di acidi (dovuta alla sua struttura), risulta molto più sicuro da maneggiare rispetto a quello acido. Non crea bruciore sulla pelle, a meno di rarissimi casi di ipersensibilità.
Dove dà il meglio
Il primer non acido si trova a suo agio su unghie che non presentano problemi di ipersudorazione e che non hanno particolari difficoltà di adesione. Se la preparazione è fatta bene e la lamina non è troppo grassa, questa tipologia di primer riesce a dare risultati ottimi, con un tasso molto basso di sollevamenti.
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La domanda fatidica: “Ha senso utilizzarli entrambi?”
Spesso, nelle community online o in alcuni corsi, si sente parlare di persone che sovrappongono i due primer, credendo di ottenere un’aderenza “super.” Ma è davvero così?
La risposta è no. Non è solo inutile, ma in certi casi può perfino creare confusione. Il primer ha già come scopo quello di favorire l’adesione, sia che sia acido o non acido. Usarne due di diversa tipologia non rende l’unghia più pronta: semmai si rischia di saturare la lamina con sostanze diverse che possono anche provocare reazioni. E poi, se il primer acido crea micro-solchi e quello non acido rilascia un film adesivo, sovrapporli potrebbe generare contrasti chimici.
Scegli bene in base alla lamina: come abbiamo visto, se l’unghia è particolarmente grassa e manifesta problemi continui di sollevamento, il primer acido può risolvere la situazione. Se invece la lamina è normale o secca, va benissimo il non acido. L’importante è lavorare in modo pulito e metodico, senza aggiungere prodotti ridondanti.
La vera chiave: capire perché avvengono i sollevamenti
Spesso ci preoccupiamo di comprare il primer più forte o più “performante,” senza chiederci perché si verifica il sollevamento. Eppure, è lì che bisognerebbe indagare. Hai presente quando cucini e la torta non lievita come dovrebbe? La soluzione non è comprare 5 lieviti diversi, ma capire se hai sbagliato la cottura o le dosi.
Lo stesso vale per le unghie:
- Preparazione non eseguita correttamente: se non hai alzato le lamelle dell’unghia in maniera uniforme, il gel non avrà un ancoraggio stabile.
- Uso errato dei prodotti: magari hai messo troppa quantità di base, oppure non hai fatto evaporare bene il cleaner, e così via.
- Scelta sbagliata del prodotto: se hai a che fare con un’unghia molto umida e usi un primer non acido, potresti avere più difficoltà di adesione.
Il primer, quindi, è un ottimo aiuto, ma non è una bacchetta magica. Anche il primer migliore non può compensare una scorretta preparazione o una scelta sbagliata di gel.
Un accenno ai brand: chi consiglia cosa?
Nel mercato, esistono diverse scuole di pensiero. Alcune aziende (ad esempio Estrosa e Vanessa Nails) promuovono l’utilizzo di due primer abbinati. Altre (per dire, Michelle Nails con il suo Primer Ultra Bond o Allure Nails con il suo Primer Biadesivo) suggeriscono di usare un unico primer.
Come sempre, ogni casa produttrice crea linee e protocolli di applicazione in base alle proprie formulazioni. Potrebbe essere che un’azienda abbia sviluppato un sistema che prevede l’abbinamento di due primer specifici, magari con concentrazioni studiate per funzionare insieme. Oppure, potrebbe preferire un primer universale che copra la maggior parte delle esigenze.
Il consiglio è semplice: segui le istruzioni fornite dalla marca che stai usando e non mischiare prodotti di aziende diverse a cuor leggero. Se la chimica di un brand è pensata per funzionare con la sua gamma di primer, potresti ottenere un risultato imprevedibile combinando prodotti di altre marche.
Domande frequenti: sicurezza, allergie e altre curiosità
“E se si formano allergie?”
Il rischio di allergie può aumentare con l’uso sconsiderato di prodotti chimici, specie se parliamo di primer acido. Ma anche i primer non acidi, a lungo andare, possono generare sensibilizzazioni su persone predisposte. La parola d’ordine è parsimonia: usa la giusta quantità, non eccedere con le passate e presta sempre attenzione a non toccare le aree cutanee. Se noti arrossamenti, prurito o bruciore, fermati subito e valuta un consulto medico.
“Posso sostituire il primer acido con quello non acido?”
Certo, purché le unghie non siano estremamente grasse o soggette a problemi di adesione cronica. Molte onicotecniche, dopo aver visto le ultime generazioni di primer acid free, hanno scelto di abbandonare del tutto quello acido. Con le nuove tecnologie, il primer non acido è diventato abbastanza potente da reggere la maggior parte delle situazioni.
“Ho visto persone che non usano il primer. Fanno bene?”
Forse sono fortunate e lavorano su unghie naturalmente predisposte a trattenere il gel senza troppi passaggi. Può anche darsi che utilizzino prodotti di una specifica marca con un “base coat” che include già qualche componente di adesione. Ma se parliamo di un lavoro professionale che duri nel tempo, saltare il primer rimane una scelta rischiosa.
Consigli pratici per una tenuta ottimale
Ecco alcuni suggerimenti che possono sembrare scontati, ma fanno la differenza nella resa finale:
Non usare troppa lima: a volte, nel tentativo di migliorare l’adesione, si finisce per assottigliare eccessivamente l’unghia. Peggio ancora, si rischia di creare solchi profondi che indeboliscono la lamina. Basta una passata delicata con la lima 180, nulla di più.
Pulisci bene i bordi: le cuticole e le pellicine attorno all’unghia devono essere rimosse con cura. Se restano, creano un ponte che impedisce al prodotto di aderire.
Attendi i tempi di asciugatura: sembra banale, ma il deidratante ha bisogno di qualche secondo all’aria per evaporare. Se applichi il primer su un’unghia ancora “bagnata,” rischi di “intrappolare” l’umidità e vanificare l’effetto finale.
Segui una routine coerente: se hai acquistato prodotti di una certa linea (base, gel, top coat), cerca di mantenerli senza mescolare brand diversi a caso. La compatibilità chimica è un fattore da non sottovalutare.
Conosci la lamina che stai trattando: se stai lavorando su unghie iperidratate, prepara un po’ di pazienza e valuta il primer acido (se la persona non presenta particolari allergie). Se la lamina è fragile, sottile, o secca, meglio il primer non acido.
Conclusioni
Onestamente, la diatriba “primer acido o primer non acido” non è sempre così drammatica come si potrebbe pensare. Se la preparazione è svolta con cura, se rispetti le indicazioni del produttore e se valuti correttamente la lamina, potrai ottenere un risultato eccellente con entrambi.
Ma usarli tutti e due insieme? No, non è consigliabile. Hanno la stessa funzione – cioè aumentare l’adesione – anche se lo fanno in modi diversi. Sommarli può generare sovraccarico di prodotti e, nei casi peggiori, reazioni avverse per il cliente.
Molte professioniste, con l’evoluzione dei primer acid free, stanno abbandonando quello acido, a meno che non si presentino situazioni complicate. Il primer non acido di ultima generazione è un alleato affidabile e più sicuro sulla pelle. Naturalmente, se ti trovi bene con quello acido e lo usi con attenzione, non c’è una regola che obbliga a gettarlo nel dimenticatoio.
In sintesi:
- Se hai unghie problematiche (molto umide, grasse, iperidrosi), il primer acido potrebbe essere la scelta giusta.
- Se le unghie sono normali o secche, o se temi allergie, punta sul primer non acido.
- Se noti sollevamenti, non risolvere tutto con un primer più “forte”: cerca di capire la causa (preparazione, spessore, prodotti incompatibili) e migliora la tua tecnica di applicazione.
Considerando la mia esperienza, mi sono resa conto che il primer acido era indispensabile anni fa, quando le formulazioni erano meno sofisticate. Adesso, con i nuovi primer acid free, spesso basta quello per lavorare in modo pulito e duraturo. Lo so che a volte si tende a pensare: “Voglio stare sicura, metto tutto e via,” ma è sempre meglio essere misurate, evitando accumuli di sostanze che possono irritare la pelle o generare allergie.
E, se vuoi un parere spassionato: prenditi il tempo di verificare quali aziende e prodotti fanno per te. Leggi le schede tecniche, segui le indicazioni e, soprattutto, controlla se la persona che hai davanti ha unghie con esigenze particolari. C’è chi suda più facilmente, chi ha unghie dure come il marmo o chi, invece, si lamenta sempre di fessurazioni. Ci vuole un pizzico di curiosità e molta attenzione per imparare a gestire ogni diversa lamina.